Cittadinanza: come cambia dopo la stretta sullo ius sanguinis con il D.L. 28/3/2025 n. 36

4 Aprile 2025

I Paesi di maggiore emigrazione italiana (come Brasile, Argentina e Canada), negli ultimi anni hanno avuto un forte incremento di riconoscimenti della cittadinanza iure sanguinis alla luce dell’ampia previsione dell’art. 1 L. 91/1992.

Nella seduta di venerdì 28 marzo 2025, il Consiglio dei Ministri ha adottato il c.d. “pacchetto cittadinanza”, un insieme di misure volte a riformare la disciplina in materia di cittadinanza iure sanguinis, con l’obiettivo di valorizzare i vincoli effettivi tra l’Italia e il cittadino che vive all’estero.

  1. La precedente disciplina dell’art. 1 Legge 5 febbraio 1992 n. 91
  1. La domanda in via amministrativa, tramite richiesta al Consolato

Sino al 27 marzo 2025 il discendente di un emigrato italiano (vale a dire i discendenti di seconda, terza, quarta generazione e oltre), residente all’estero, poteva rivendicare la cittadinanza italiana ed essere dichiarato cittadino italiano per filiazione, presentando la domanda all’Ufficio consolare competente sulla base del luogo di residenza.

Al richiedente era chiesta la prova della discendenza dall’avo italiano nonché dell’assenza di interruzioni nella trasmissione della cittadinanza.

  • La domanda in via giudiziaria

La cittadinanza poteva essere riconosciuta anche per via giudiziaria.

Infatti, le lunghe file di attesa dei Consolati (tipico esempio è il Consolato di San Paolo in Brasile, che per convocare i richiedenti impiega oltre dieci anni), comportavano, di fatto, un “congelamento” del diritto del richiedente, traducendosi in un diniego di giustizia.

Era, quindi, possibile rivolgersi al giudice italiano il quale, accertata la discendenza sulla base dei documenti prodotti in giudizio e ove ne sussistano le condizioni, dichiarava il richiedente cittadino italiano, con ordine al Ministro dell’Interno e per esso all’Ufficiale di Stato civile, di procedere alle annotazioni di legge nei registri di stato civile.

A fronte di tale possibilità di riconoscimento in via giudiziale della cittadinanza iure sanguinis, negli ultimi anni si è registrato un incremento esponenziale di tali giudizi, tanto da aver condotto ad una vera e propria paralisi di molti tribunali.

  • La modifica introdotta dal D.L. 28/3/2025 n. 36 (“Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza”)

Il Governo italiano ha previsto di attuare una riforma significativa in materia di cittadinanza, approvando un pacchetto di misure volto a restringere l’ambito di coloro che possono richiedere la cittadinanza iure sanguinis.

Infatti, a partire dal 28 marzo 2025, gli italo-discendenti nati all’estero saranno cittadini italiani solo per due generazioni: solo chi ha un genitore o un nonno nato in Italia potrà essere riconosciuto cittadino dalla nascita.

Inoltre, al fine di assicurare la funzionalità dei Consolati all’estero, tali uffici non saranno più competenti nella gestione delle richieste di cittadinanza. La riforma sulla cittadinanza, infatti, prevede una modifica nell’iter di presentazione delle domande, con l’istituzione di un ufficio specializzato presso la Farnesina, cui andranno presentate le istanze, e ciò nell’intento di rendere più snelle ed efficienti le procedure.

Sempre al fine di garantire il senso di appartenenza dei “nuovi cittadini” al nostro Paese, la riforma prevede un ulteriore requisito (che, però, non è immediatamente in vigore); sarà necessario, infatti, mantenere nel tempo un legame concreto con l’Italia, esercitando uno dei diritti o doveri derivanti dallo status di cittadino italiano almeno ogni venticinque anni: tra questi votare, rinnovare il passaporto o la carta d’identità.

  • Conclusioni

La riforma in materia di cittadinanza non cancella il principio dello ius sanguinis, ma lo ridefinisce nell’ottica di introdurre limitazioni alla trasmissione automatica della cittadinanza italiana, condizionandola a chiari indici della sussistenza di vincoli effettivi con il nostro Paese, con l’obiettivo di contrastare fenomeni di abuso e un incontrollato afflusso di riconoscimenti di cittadinanze iure sanguinis alla luce dell’esistenza di lontani avi italiani.

Alla luce del contenuto del D. 28/3/2025 n. 36 e degli obiettivi che la riforma in materia di cittadinanza mira a perseguire, attualmente molti Consolati (ad esempio quello di Buenos Aires e San Paolo) hanno sospeso l’accesso alle procedure per la presentazione delle istanze per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis.

Al momento e in attesa di ulteriori indicazioni e/o eventuali modifiche in sede di conversione in legge del D.L. 36/20025, non è dunque possibile presentare nuove domande; chi, invece, ha già formalizzato la domanda agli uffici Consolari o si è rivolto al giudice italiano, potrà diventare cittadino italiano con le “vecchie” regole.

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